Federica Mingolla ripete la storica Celeste Nostalgia in Val di Mello
Nel mese di aprile Federica Mingolla, atleta Petzl, ha ripetuto "Celeste Nostalgia", via di stampo classico e chiodata secondo la severissima etica che ha reso negli anni famosa la Val di Mello. Quattrocento metri di placca di aderenza (grado 6b /RS3+/III) sul Precipizio degli Asteroidi che, sino al passaggio di Federica e dei compagni di cordata Niccolò Bartoli e Davide Bernardi, erano stati saliti solo dagli apritori.
26 Maggio 2017
La via porta i nomi di Prina, Bassani, Moro e Facchinetti e fu aperta nel lontano 1985. Un'epoca d'oro per la Val di Mello, quella in cui si realizzavano vie di aderenza durissime (non tutte sono state ad oggi ripetute) e soprattutto con scarpette che non avevamo nulla a che fare con la tecnologia di quelle odierne. E se il grado 6b di per sé può non impressionare il lettore, bisogna riflettere sul fatto che questa via (gradata per l'appunto "solamente" 6b e considerata da Giuseppe Prina la sua "miglior realizzazione") non sia stata mai ripetuta. E non perché nessuno ci abbia mai provato: diversi gli scalatori, anche di ragguardevole livello, che negli anni hanno messo le mani su questa roccia senza, però, riuscirci. Perché ci sono cose, ci sono storie, che per capirle bisogna entrarci dentro. E poi bisogna scavare, scavare a fondo. E noi abbiamo avuto la fortuna di poterlo fare e, pertanto, di poterlo raccontare.
Detto, fatto.
La ripetizione di Celeste Nostalgia, il cui nome pare essere dedicato ad una infelice storia d'amore (oppure una semplice infatuazione? Non è dato a sapere…) con una affascinante donna dagli occhi celesti, nasce dall'incontro di Prina con Federica. Un incontro casuale. Due parole scambiate velocemente, l'accenno a questa via irripetuta e che forse attendeva proprio una ragazza dagli occhi di cielo per avere una seconda ripetizione. A parlare è la Mingolla.
"Era appena finita la stagione invernale, quella in cui mi piace dedicarmi principalmente alla neve e alla montagna nella sua veste più bianca, e dovevo trovare uno stimolo per ricominciare a scalare su roccia. Qualcosa che mi desse la giusta carica. Parlando con Giovanni Viganò, titolare di Sherpa a Ronco Briantino (Mb), caro amico e fornitore di materiale, sento per la prima volta il nome di Giuseppe Prina. Un placchista di alto livello, apritore di vie impegnative, alcune delle quali in Val Masino e Val di Mello. Passa davvero pochissimo tempo e arriva anche l'occasione di incontrarlo di persona. Poche parole e capisco subito che Prina è uno che ha fatto davvero tanto e che, forse, tutto questo patrimonio di sapere non sta scritto da nessuna parte. Ci perdiamo nei discorsi e mi racconta di quando, certe vie, si aprivano con il piantaspit a mano. Tempi magici, da come ne parla! Mi racconta di questa via, Celeste Nostalgia per l'appunto, aperta e mai ripetuta. La cosa pareva gli dispiacesse molto e mi suggerisce di andare a dare un occhio".
Federica decide di recarsi in Val di Mello e di salire, con l'aiuto di alcuni soci di cordata, alcune vie classiche. Dopo l'ascesa di Oceano Irrazionale e in fase di calata, nel punto indicatole da Prina, si sporge verso destra sulle liscissime placche a destra. Di lì sale la fantomatica via. È amore a prima vista. Non passa molto che la Mingolla decide di salire per ripulirla e richiodare le soste. L'idea iniziale non era propriamente quella di ripeterla ma, semplicemente, di valutare la via, le condizioni e poi il da farsi. Invece una volta fatto il "lavoro sporco", Federica decide che possa valere la pena ripeterla. Evitando però il 3° tiro di A3 (che rimane irripetuto) e aprendo un tiro di 7b scalabile in libera, che permette di bypassare l'artificiale. La variante viene aperta dall'alto, per tenere in sicurezza i compagni, visto che la grande lama che caratterizza il tiro poteva eventualmente rompersi.
"La variante a destra è una lama in strapiombo che Prina non aveva pensato di salire. In quegli anni lo strapiombo non era molto contemplato, si scalava in placca o in diedro, al massimo si azzerava. Infatti Prina aveva posizionato un bong nel diedro ed era salito in A3. Ma il diedro di cui stiamo parlando è molto sporco e difficile da salire in libera, pertanto ho preferito cercare una alternativa che mi permettesse di evitare l'artificiale. La lama è bellissima ed è preceduta da una fessura scalabile e molto tecnica. Dal momento che la lama pareva instabile, ho preferito optare per una chiodatura dall'alto. Ho posizionato 2 spit in 30 metri e, laddove possibile, ho protetto a friend. Per il resto ho seguito la via originale, richiodando le soste e lasciando ovviamente inalterato il resto. Qualche giorno dopo sono tornata con Niccolò e l'ho ripetuta in libera."
Una bella soddisfazione per la Mingolla, che ha ripetuta una via di cui, lo stesso Prina ai tempi, scriveva in questo modo:
"Nell'aprile del 1985 su quella parete è successo qualcosa di straordinario. Dei giovani uomini in uno stato di grazia hanno compiuto una salita che è stata definita un capolavoro, ma quel particolare stato a cosa era dovuto? Nei mesi precedenti all'impresa, l'intuito ci aveva guidato verso un'intensa preparazione psico-fisica che, durante la salita di Celeste Nostalgia, ci permise di arrampicare senza ansia o paura, nessuno sforzo eccessivo, il respiro era profondo e calmo, i movimenti erano consapevoli, fluidi, leggeri e precisi. Non eravamo sulla parete, noi e la montagna eravamo una stessa cosa, assieme pulsavamo all'unisono, la montagna ci ha indicato la via, noi l'abbiamo semplicemente ascesa."
Estratto dalla Tesi di Giuseppe Prina su "Yoga e Alpinismo" discussa nel maggio 2014 durante il conseguimento del diploma di maestro yoga presso la Federazione Italiana Yoga.
Relazione della via con aggiunta della variante Precipizio degli Asteroidi parete sud (via Celeste nostalgia).
(Clicca QUI per scaricare lo schizzo della relazione)
DESCRIZIONE VIA PRIMA DELLA RIPETIZIONE
Roberto Bassani, Dalmazio Facchinetti, Lorenzo Moro, Giuseppe Prina, aprile 1985
È una via audace e bellissima, salita completamente dal basso in due tentativi, il primo bloccato da una bufera di neve, dalla quinta sosta in poi si sale in arrampicata libera su una stupenda placca aerea con poche protezioni. Tentata da molti ripetuta probabilmente da nessuno. Sviluppo: 400m c.a. Difficoltà: VII e A2, Materiale: serie di nuts, serie di friends, serie di chiodi, bong, un rurp, cliff-hanger, staffe, Attacco: portarsi all'estremità destra della cengia mediana in prossimità di una lama triangolare staccata. Quasi tutte le soste sono attrezzate con tre spit, gli spit lungo i tiri sono rimasti i chiodi sono stati tolti tutti. Qualche chiodo è stato rimesso lungo la via. Attenzione: tutti gli spit come i cordoni di sosta sono vecchi e devono essere sostituiti.
DOPO LA RIPETIZIONE
400m RS3+ / 7b , 6c obbl.
Per ripetizioni portarsi 10 rinvii , serie di friends, nuts piccoli , martello.
Le soste sono tutte state sostituite con fix
Itinerario:
- L1: salire lungo il bordo destro della lama staccata, proseguire poi verticalmente per fessura fino ad un terrazzino erboso (V+; 20m) 6a+
- L2: diritto a prendere un tettino orizzontale, seguirlo a destra, poi diritto per placca (A1 e VI+; 30m) invece di andare dritti su placca e portarsi sotto al diedro proseguire in orizzontale verso sx fino a raggiungere una cengia con alberello, da qui tirare dritti su placca fino a una sosta a fix (2 fix nuovi prima della placca lungo il traverso esposto). 6c
- L3: diritto per placca verticale a prendere la fessura di fondo del diedro obliquo strapiombante, percorrerlo tutto poi attraversare a destra lungo lame (A2 e VI+; 35m) Prendere la fessura che porta sotto la lama staccata (2 fix) fino al termine e poi traversare a sx uscendo da un tettino che conduce alla placca prima della sosta (1 fix sul ribaltamento). 7b
- L4: diritto lungo la fessura (VI+; 15m) 6a
- L5: attraversare a destra lungo la placca molto ripida poi diritto alla sosta (A1 e VI+; 25m) 6c
- L6: pochi metri a sinistra su gnocche e funghi, superare una breve impennata poi obliquando a destra ritornare sulla verticale della sosta, puntare diritto per placca ad una micro fessura verticale che si segue per 15 m c.a. obliquare a dx per placca, raggiungere una fessurina nascosta, poi di nuovo salire obliquando a destra e sostare prima che la placca si impenni (VI+ continuo; 40m) 6b+
- L7: scendere obliquando a destra lungo una vena di quarzo per 15m c.a. poi diritto per placca a buchi, proseguire per placca ora più liscia fino ad un terrazzino, (1 fix e 1 spit vecchio) salire obliquando a sinistra superare una placca a canne d'organo (VII-; 40m) 6b
- L8: salire lungo la fessura verticale ad incastro per 30m c.a. quando la fessura si allarga verso destra, lasciarla e superare la placca soprastante obliquando a sinistra poi a destra fino ad una cengetta erbosa (VI-; 45m) 5+
- L9: salire diritto fino ad una vena di quarzo, attraversare a sinistra lungo la vena per 10m c.a. poi diritto per placca fino ad un comodo terrazzino (VII; 40m) 6c [ 3 SPIT VECCHI ]
- L10: diritto per la ripida placca, poi per fessure e lame fino ad uno spuntone (VII-; 45m) 6b Da qui si può proseguire per placca e lame fino alla sommità. [ 3 SPIT VECCHI ]
Si ringraziano Giuseppe Prina per le foto storiche, Niccolò Bartoli per le foto della ripetizione e Tatiana Bertera per il testo.
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