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IL PETZL LEGEND TOUR ITALIA SI FA IN QUATTRO E SBARCA IN SARDEGNA

4 Settembre 2023

Raccontare la storia dell’arrampicata sportiva in Sardegna, dagli albori al suo infinito potenziale, è un viaggio senza soluzione di continuità che coinvolge tutti i sensi, la vista, per i suoi panorami, il tatto, saziato da una roccia dalla bellezza indescrivibile, l'olfatto perché i profumi della vegetazione qui sono vividi quanto i colori. Un viaggio che in qualche modo si riannoda alla puntata del Petzl Legend Tour con la quale ci siamo lasciati, quella di Arco, perché a portare il vento dell’arrampicata sportiva tra le pareti dell’isola furono gli stessi nomi che ne hanno scritto la storia in Valle del Sarca.

 

EPISODIO 1 - CALA GONONE

Con il primo episodio del Petzl Legend Tour Sardegna vi portiamo a Cala Gonone, dove i colori del mare sono senza eguali e le pareti che si levano a strapiombo sull’acqua sono il sogno di ogni arrampicatore. Quando ti affacci dall'alto del Supramonte sul fazzoletto d'azzurro del suo mare respiri intorno a te una bellezza da togliere il fiato e resti quasi stordito dal paesaggio selvaggio, scandito da una vegetazione che profuma di mediterraneo, intervallato da promontori di calcare perfetto.

Su queste rocce intorno alla metà degli anni ottanta è caduto l’occhio dei primi arrampicatori che arrivarono in Sardegna dal continente: Heinz Mariacher, Bruno Pederiva, Manolo. A Cala Gonone si consuma l’incontro, la luna di miele, tra gli arrampicatori arrivati dal continente e alcuni dei pionieri dell’alpinismo figli di questa terra, come Giuseppe Garippa, forte arrampicatore di casa tra le vicine pareti che si affacciano tra Oliena e Orosei, il vulcanico e anticonformista Enzo Lecis e Gianluca Piras, uno degli arrampicatori sportivi sardi della prima ora. Sinonimo dell’arrampicata a Cala Gonone è la Guglia di Goloritzè, il calcare grigio, l’arrampicata elegante, le sue multi-pitch, tra le più amate dai climber di tutto il mondo.

 

EPISODIO 2 - MASUA

Nel secondo episodio le protagoniste del Petzl Legend Tour Sardegna saranno le zone di Masua e di Domusnovas dove di fatto nasce l’arrampicata sportiva in Sardegna. A Masua il calcare è il più antico d’ Europa e il panorama sulle scogliere, addolcite dal Pan di Zucchero che si staglia a scandire la skyline dell’orizzonte, è senza eguali. Spiagge deserte, romantici tramonti, altipiani sconfinati. Tutto l’Iglesiente è un territorio selvaggio e ricco di fascino. Per i pionieri “Le pereti sarde erano piccoli castelli di pietra persi in boschi impenetrabili”

Nel sud della Sardegna il territorio verticale è vasto e selvaggio ma questo non scoraggiò Bruno Poddesu, uno dei primi arrampicatori sardi e Mondo Liggi, la fotografia di Mondo che pianta il primo spit in piedi sulla sua mitica cinquecento alla grotta di San Giovanni è un pezzo di storia. Tra i nomi di chi ha scritto le prime pagine dell’arrampicata sull’isola c’è quello di Cecilia Marchi, appassionata e talentuosa, donna, in un’epoca in cui farsi strada in un terreno verticale ancora vergine e di dominio maschile era tutt’altro che semplice e ultimo ma non ultimo, il nome di Maurizio Oviglia, sardo d’adozione, per amore di Cecilia, per amore di questa terra che è stata ed è ancora oggi il suo pane verticale, la sua ossessione, la sua passione. A Maurizio si deve la scoperta della maggior parte delle falesie che vi faremo conoscere. “Oggi - racconta Oviglia - passo gran parte dei miei giorni a trovare linee invisibili, a guardare la roccia e cercare di vedervi un disegno, una via che mi dia la possibilità di esprimermi”.

 

EPISODIO 3 - JERZU

Anche laddove non c'è la cornice del mare paesaggi a tratti lunari, scanditi da una vegetazione selvaggia e rigogliosa, fanno da sfondo a pareti che sembrano cattedrali nel deserto, come a Jerzu, pareti uniche come quelle di Isili, il paradiso degli strapiombi.

Sono luoghi magici quelli in cui vi portiamo nel terzo episodio del Petzl Legend Tour Sardegna, scoperti, Isili, o ri-scoperti, Jerzu, quasi per caso da Maurizio Oviglia e Cecilia Marchi. “In una giornata di vagabondaggio, racconta Maurizio, ci trovammo alla base delle rocce e chiodammo le prime vie con l’entusiasmo e la passione di chi ha scoperto il luogo dei suoi sogni”.

A Jerzu Oviglia dedica anni di lavoro e chiodatura solitaria. “Volevo che diventasse una delle aree di scalata più belle del mondo”. La roccia è un capolavoro, ogni via ha una sua anima e regala un’arrampicata elegante, come sul grigio muro dell’Isola del tesoro che è di una bellezza ineguagliabile. Jerzu negli anni non ha perso la sua natura selvaggia e ci auguriamo che resti per sempre così, un mondo a colori solitario e senza tempo. Solitaria è certo Isili, una piccola valle immersa tra prati, pascoli e dolmen strapiombanti caratterizzati da buchi a volte perfetti altre volte solo disegnati. Il primo settore scoperto e attrezzato da Maurizio Oviglia e Cecilia Marchi fu poi battezzato da Mattia Vacca La Pietra Filosofale, “Pietra perché la roccia è l’essenza della Sardegna e l’oggetto dei nostri amori, filosofale perché l’arrampicata non doveva, nemmeno qui nel regno degli strapiombi, distoglierci dal saper pensare”, racconta Maurizio nella sua Pietra di Luna, bibbia verticale della Sardegna. Il “mal di Isili” contagiò un nutrito gruppo di scalatori e chiodatori cagliaritani tra loro Simone Sarti, uno dei più talentuosi arrampicatori della Sardegna che ha lasciato la sua impronta su tante vie ma anche sulle grandi pareti e gli isilesi Antonio Marino e Carlo Abis che valorizzarono il Corvo Solitario, un settore di Isili davvero suggestivo.

 

EPISODIO 4 – GORROPU

L’anima sarda che più di tutte ci ha rapito è quella autentica e selvaggia del Supramonte. Per molti arrampicatori le pareti della Gola di Gorropu, la cima della Punta Cucuttos, sono un sogno.

Un sogno che si è avverato per la nostra atleta Federica Mingolla che quella cima l’ha raggiunta risalendo una delle multi-pitch più belle e più dure del mondo Hotel Supramonte. Ad aprire la via, rigorosamente del basso, nel 1998 furono Rolando Larcher e Roberto Vigiani. È stato proprio Rolando Larcher ad accompagnare Federica nella sua prima giornata su Hotel. Sarà Federica stessa a raccontarvi le emozioni di quella giornata e della libera avvenuta il 16 maggio 2023 dopo undici ore di scalata!

Con i suoi 11 tiri Hotel Supramonte è stata la prima via a risolvere questa parete vergine, una parete imponente a strapiombo sul canyon di Gorropu, difficoltà fino all’ 8b, spesso con runout importanti, specialmente nella parte alta della via che Federica ha salito a vista. La nicchia dopo il settimo tiro funge da bivacco e dà in qualche modo il nome alla via, un vero hotel sotto le stelle per i climber che decidono di dormire in parete prima di raggiungere la cima. Per Federica sono stati i versi dell’omonima canzone di Fabrizio De André, alla quale si è ispirato Maurizio Oviglia per suggerire il nome a Rolando, a farle sognare la salita quando era immobilizzata a casa dopo un brutto incidente in parete. La via è stata richiodata nel 2012 da Larcher e Oviglia, rispettando la rigida etica di apertura dal basso e quindi la posizione originale degli spit utilizzati in apertura.

 

CONCLUSIONI – E’ LA LIBERTA’ STESSA LA SARDEGNA

Alla fine di questo viaggio abbiamo scoperto non solo un pezzetto di storia dell’arrampicata sportiva ma soprattutto la bellezza di questa terra, delle sue distanze da viaggiare che restituiscono un senso di libertà senza eguali. Il nostro augurio è che il passaggio di ogni climber sia in punta di piedi e che quest’isola resti così, selvaggia e autentica com’è sempre stata.

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